Babyhood
2022
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Art

Mamma Roma ti accoglie e ti protegge.
Ecco perché è difficile andare via da Roma per chi è nato e cresciuto tra il raccordo anulare: ilG.R.A.
Ci si abitua a tutto:la cenetta a Trastevere, l’aperitivo a Fregene, la porchetta calda di Ariccia, le buche, la monnezza sotto casa, la nonna che ti viene a prendere a scuola e anche allo sciopero Atac del venerdì.
E’ fatta di persone che sostanzialmente fuggono poco da Roma per quanto si lamentino ogni giorno che in questa città non funzioni mai un cazzo.
Stiamo tutti li a mettere la macchina in doppia fila per prenderci il caffè al bar...rigorosamente con le quattro frecce.
Ogni quartiere ha la sua anima, ha la sua giunta comunale, la sua gente, la sua cocaina, la sua erba e le sue birre artigianali. Tante città nella città.
Sono tanti piccoli ecosistemi autonomi ma con il proprio fragile equilibrio al loro interno.
E allora perché andare via da qui?

Roma Smistamento, 1960.
A mio padre viene assegnata la casa popolare delle Ferrovie dello Stato in via di Villa Spada187, 00138 Roma.
Vai su google maps, street view e fatti un giro. Quadrante nord-est.
A sinistra hai laSalaria, aeroporto dell’Urbe e la linea ferroviaria alta velocità...a destra lo smistamento dei treni. Tre palazzine bianche di operai, oramai tutti in pensione.
La working class delleFerrovie dello Stato. Nient’altro. No bar, no autobus, no parchi.
Solo treni che passano ogni 10 minuti e il famoso odore di olio dei giunti delle rotaie che ti ottura il naso durante la calura estiva. Capannoni, officine e mense. Il treno della mattina, del pomeriggio, il treno merci della sera e il notturno. Treni a tutte le ore del giorno e trenini di plastica regalati per natale dalle FS a tutti gli operai.
Ogni anno lo stesso rituale.
Qui sono nato e cresciuto fino ai miei 15 anni.
Mio padre faceva l’operaio proprio qui ed è qui che dovevo nascere.
E’ qui che ho visto i primi treni con i graffiti, i primi writing, le prime tag nei vagoni ma anche i primi barboni che cercavano un rifugio notturno.
Di notte entravo nelle carrozze a fumarmi le prime sigarette, ho dato il primo bacio ad una ragazza dentro quei vagoni.
Perché diciamoci la verità, non c’era un cazzo da fare a parte calciare il pallone al muro. E’ stato un posto che ho sottovalutato parecchio, denigrato, ma che solo ora mi rendo conto invece della fortuna che abbia avuto nel viverlo.

Roma Smistamento, 2020
Sono tornato per lasciare casa e salutare chi invece è rimasto qui. Di tempo ne è passato e di mio padre è rimasto solo un ricordo.